Monoruota troppo potenti? No, è una questione di sicurezza

Qualcuno dice che siamo tutti un po’ psicologi e filosofi, mentre è chiaro che tutti, in quanto esseri umani, seguiamo queste leggi, anche ignorandole. A chi non capita di attribuire un senso agli eventi sulla base di dimensioni di significato condivise? La ricompensa è la percezione che il mondo in cui viviamo sia prevedibile e controllabile perché riconducibile a meccanismi stabili che lo governano. In ultima analisi siamo rassicurati dalla psicologia del senso comune.

La falsa credenza che basti avere teorie pragmatiche dotate di buon senso per interpretare o persino giudicare correttamente i comportamenti propri e altrui corrisponde a quella che è comunque una naturale tendenza dell’essere umano, non scevra dal rischio di commettere errori piuttosto grossolani.

Un esempio tipico è la vista del veicolo monoruota elettrico cavalcato da quello di sembra ai più un acrobata circense. Fra i quattro monoruotisti che leggeranno queste parole, chi può dire di non aver mai scorto lo stupore nello sguardo dei passanti? Uno stupore senza età che alberga negli occhi del bambino, magari accompagnato  da un “che bello, cos’è papà?”, come negli occhi della nonnina che, felice della pausa inaspettata causata dal semaforo rosso, approfitta e te lo chiede direttamente.

 

 

Non siamo funamboli, l’equilibrio è tecnologico

tutti i monoruotisti conoscono quella sensazione gratificante di essere guardati come una
specie di supereroe. La capacità circense che viene attribuita al monoruotista e lo stupore conseguente, è frutto di giudizio basato su informazioni insufficienti e di una errata convinzione comune. In realtà le competenze tecniche per andare in monoruota sono quasi identiche a quelle per portare la bicicletta senza mani.

Senza dilungarci in argomenti che non sono alla base di questo articolo, la percezione della scarsa sicurezza e della pericolosità intrinseca del mezzo, è uno di quei tipici errori legati alla conoscenza lacunosa di un mezzo di micromobilità elettrica relativamente nuovo e dotato di sistemi tecnologici che, per i non addetti ai lavori, potrebbero sembrare alieni.

l sistema giroscopico elettronico, è il segreto della magia per andare su una singola ruota e sopravvivere per raccontarlo. Questo fenomenale congegno permette di avere stabilmente la posizione orizzontale delle pedane, come se fosse dotato di due ruote in asse in stile bicicletta.

Il nemico numero uno si chiama “cut-off”

Essendo un sistema basato sull’elettronica, il nemico numero uno è il cut-off, consistente nel fenomeno di spegnimento protettivo di tutto il circuito elettrico legato all’impossibilità di soddisfare la richiesta energetica in quel preciso istante.
Purtroppo, il concetto di “protettivo” in questo caso è applicato alla salute del circuito elettrico, non a quella del cavaliere: la conseguenza di uno spegnimento improvviso del mezzo è l’inevitabile caduta del temerario corridore, i cui danni fisici saranno proporzionali
alla velocità e inversamente proporzionali alle protezioni opportunamente indossate.

Con questa doverosa premessa, si può iniziare a comprendere un po’ meglio la ragione per cui siamo in presenza di motori elettrici con potenze che vanno ben al di sopra della media dei monopattini elettrici. La maggior parte dei monoruota elettrici è concepito per viaggiare a una velocità di crociera tra i 20 e 25 km orari; le maggiori prestazioni dei motori sono conseguenti alla ricerca di un livello di sicurezza accettabile ed evitare il nefasto cut-off. Ossia, per poter andare in totale sicurezza a 20-25 km orari in salita, bisogna adottare motori che fanno 40 km orari, in maniera tale da aumentare il margine di sicurezza e poter abbassare il rischio di spegnimento improvviso del veicolo in condizioni avverse. L’esempio della salita non è esaustivo: ci sono diverse situazioni che possono causare uno sforzo supplementare di potenza e non sempre un motore potente protegge dall’inconveniente.

Anche la frenata migliora con la potenza

Il secondo concetto invece è legato alla frenata di questi veicoli: la potenza del motore influenza sicuramente la velocità massima , ma anche l’accelerazione e, quindi, la decelerazione. I monoruota frenano come se accelerassero all’incontrario: è tipica la posizione con il baricentro spostato tutto all’indietro. Quindi una maggiore potenza del motore si traduce in un potere di arresto superiore del veicolo, caratteristica fondamentale per l’incolumità e la sicurezza del conducente.

Concedetemi un’ultima considerazione personale: il monoruota elettrico è un semplice veicolo come può essere una motocicletta o un’automobile da corsa. Ogni veicolo non è intrinsecamente perfetto o imperfetto; le responsabilità sono sempre nella testa di chi li conduce.