Monoruota troppo potenti? No, è una questione di sicurezza
Qualcuno dice che siamo tutti un po’ psicologi e filosofi, mentre è chiaro che tutti, in quanto esseri umani, seguiamo queste leggi, anche ignorandole. A chi non capita di attribuire un senso agli eventi sulla base di dimensioni di significato condivise? La ricompensa è la percezione che il mondo in cui viviamo sia prevedibile e controllabile perché riconducibile a meccanismi stabili che lo governano. In ultima analisi siamo rassicurati dalla psicologia del senso comune.
La falsa credenza che basti avere teorie pragmatiche dotate di buon senso per interpretare o persino giudicare correttamente i comportamenti propri e altrui corrisponde a quella che è comunque una naturale tendenza dell’essere umano, non scevra dal rischio di commettere errori piuttosto grossolani.
Un esempio tipico è la vista del veicolo monoruota elettrico cavalcato da quello di sembra ai più un acrobata circense. Fra i quattro monoruotisti che leggeranno queste parole, chi può dire di non aver mai scorto lo stupore nello sguardo dei passanti? Uno stupore senza età che alberga negli occhi del bambino, magari accompagnato da un “che bello, cos’è papà?”, come negli occhi della nonnina che, felice della pausa inaspettata causata dal semaforo rosso, approfitta e te lo chiede direttamente.